Nel 1800, Jane Austen scrisse “Orgoglio e Pregiudizio”, un romanzo “di costume” con l’obiettivo di far riflettere su come l’orgoglio e il pregiudizio impediscano di vedere chiaramente la realtà.
Se la Austen fosse nata negli anni ’80 forse avrebbe sostituito il sostantivo “Orgoglio” con “Stereotipo”, narrando di come nel 2022 la società cerchi di pre costruire ed etichettare tutto, creando classificazioni sessiste sugli uomini e sulle donne. Forse, però, “Stereotipo e Pregiudizio” avrebbe ottenuto meno successo.
Quando uno stereotipo diventa pregiudizio
Lo stereotipo deriva da una conoscenza o una opinione generale condivisa da un gruppo. Non sempre è negativo, ma il più delle volte orienta i comportamenti in situazioni nelle quali abbiamo poche informazioni per interpretare la realtà. Lo indichiamo spesso con il termine francese cliché.
Il pregiudizio invece ha sempre una connotazione negativa e sorge quando si attribuiscono caratteristiche rigide e generalizzate basate su opinioni e stereotipi.
Poliziotti e borsetta
Zorzi vittima del pregiudizio
A farci riflettere su questo argomento, la notizia di qualche giorno fa su Tommaso Zorzi, vittima di una situazione bizzarra che ha creato un bel po’ di rumors.
In un suo reell, l’ex vincitore del Grande Fratello Vip racconta di come, mentre era in giro per Milano, sia stato avvicinato da due poliziotti e sottoposto ad un interrogatorio imbarazzante…per i poliziotti!
A creare tanto scalpore è il fatto che l’influencer fosse in giro con una borsetta alla spalla, e che questo dettaglio abbia fatto nascere i dubbi sulla provenienza del suo amato accessorio.
Tommaso ha raccontato così, in un video sui social, quanto accaduto: “ Ero sul marciapiedi e vedo dall’altra parte della strada tre poliziotti che mi stavano fissando. Io rimango lì ad aspettare. Arrivano due e mi fanno: ‘ Scusi ma di chi è quella borsa?’ Io dico che è mia e chiedono: ‘ Si ricorda quando e dove l’ha presa?’, ‘ Tre , quattro giorni fa’, e indico il nome del noto marchio. ‘ Si ricorda quanto l’ha pagata?’, ‘Si’. Morale della favola, mia hanno fatto una serie di domande, supponendo che, essendo io un uomo e avendo una borsa, l’avessi rubata. Sono scioccato! PRONTO, 2022? I maschietti possono avere la borsetta senza aver scippato una. Ma vi rendete conto?”
Questa cosa, come conclude Zorzi, fa sorridere ma anche riflettere.
Come la scienza parla del cliché
Su YouGov,( società britannica internazionale che si occupa di ricerca di mercato e analisi dei dati basata su internet), si può trovare uno sondaggio interessante a cui sono stati sottoposti proprio agli italiani, rispetto a ad una lista di stereotipi specifici sia per gli uomini che per le donne.
E’ stato chiesto ai partecipanti di indicare quali possano essere i luoghi comuni più diffusi e radicati, conducendo una indagine su 1006 persone rappresentative della popolazione italiana, di età pari o superiore ai 18 anni, con un sondaggio online.
I risultati indicano che lo stereotipo di genere per eccellenza, attribuito alle donne, è che sono “più adatte ad allevare i figli” e che “amano lo shopping” (63%), che “devono occuparsi di faccende domestiche” (59%) e che “sono multitasking ” (55%).
Per gli uomini, primato assoluto per la popolazione italiana, è la “passione per le auto”(60%), la “passione per lo sport” (54%), la “poca collaborazione domestica” (53%) e la “tendenza a tradire”(52%).
Cosa abbiamo trovato di interessante contro gli stereotipi di genere
Uno spot del noto brand francese Jules, dal titolo “Men in Progress”, che sta spopolando in Francia, attraverso una ironica sfilata di citazioni famose (dal famoso meme del fidanzato distratto, alle foto propagandistiche di Putin) smonta i luoghi comuni sul Macho man”.
Cercando ispirazione in storie di uomini che hanno abbattuto stereotipi, si può ad esempio scoprire che Jean Claude Van Damme , ex culturista famoso per i film in cui è evidente la sua formazione e il suo expertise in arti marziali, a 16 anni ha seguito corsi di danza classica per aumentare l’elasticità fisica.
Anche un altro famoso super muscoloso, Arnold Schwarzenegger, proprio durante la sua carriera da culturista, ha frequentato delle lezioni di ballo per migliorare la postura.
Tornando al nostro Zorzi, anche lui, scherzandoci su, ma forse neanche troppo, ha iniziato a pubblicare una serie di foto con borse di diversi modelli, dichiarando che, se lo beccassero così, potrebbe finire a Rebibbia.
Cosa abbiamo trovato sugli stereotipi che non ci convince affatto
Cercando on-line “differenze di genere sull’uso dei social media” è difficile trovare qualcosa di diverso dalle solite classiche suddivisioni che, invece di risollevarci dai cliché, ci catapultano nel più grosso baratro dei pregiudizi.
In uno studio quantitativo condotto su Pardus e pubblicato da Science Daily, parlando di un video games multiplayer online, ci informano della sconvolgente scoperta secondo la quale gli uomini rispondono più rapidamente a richieste di amicizia femminili che di quelle ricevute da uomini…maddai!!!
Oppure lo studio pubblicato da Cyberpsichology, Behavior and Social Networkin Journal, ci dice che le donne sono maggiormente consapevoli del fatto che il loro prestigio sia legato alle opinioni altrui e per questo sono più propense a scambiarsi complimenti fra loro, mentre gli uomini vogliono essere percepiti come forti e potenti e socialmente elevati.
Nello studio “Gender differences in Social Networking” apprendiamo che in un mondo in continua evoluzione ciò che non cambia è che le donne comunicano più e meglio degli uomini, e che sono maggiormente in grado di leggere i propri desideri. Scommettiamo che non ne eravate a conoscenza!!!
Quello che ci chiediamo allora e se non sia proprio un cambio di paradigma che debba promuovere una spinta culturale, indagando quali cose sono realmente cambiate, se siamo in grado di guardare con naturalezza ad un uomo con la borsetta o con un abito rosa, e ad una donna che ami giocare a calcio.
Se persino in un’infografica realizzata da Internet Service Provider da Sheril Sandberg, braccio destro di Mark Zuckenberg, dal titolo “Battle of the (social) sexes” gli uomini e le donne vengono divisi in predominanza di gusti social (le donne per Facebook, Pinterest e Twitter e gli uomini YouTube, Google e Linkedin), questo non può che scatenare in noi una serie di immagini e proiezioni mentali che inevitabilmente creano cliché e pregiudizi.
Senza mettere in discussione la valenza scientifica dei dati riportati negli studi,non possiamo negare che i messaggi che ci arrivano dal marketing e da una gran parte di ricerche ci tolgono un po’ di lucidità…e di libertà di pensiero!
D’altra parte, se ciò che emerge ovunque è che le donne chiacchierino fra loro e stirino, e gli uomini mangino in canotta sul divano guardando la partita, possiamo dare ragione a Tommaso Zorzi: Benvenuto 2022!
Ricordando che 2000 anni fa di questo luogo comune ne parlava Aristofane, dicendo che le donne erano troppo prese dai sentimenti legati alla famiglia, e che questo rendeva solo gli uomini in grado di prendere parte alla vita politica, forse è il momento di emanciparsi un po’.
Siamo stanchi delle etichette!
Le etichette sociali e gli stereotipi definiscono davvero chi siamo?
Qualcuno diceva che il mondo è bello perché vario, e si spera che la varietà di generi, gusti, preferenze, possa avvenire in modo libero e privo di pregiudizi.
Un Meme su Freeda cita con saggezza:
Il posto delle donne è in cucina,
Il posto degli uomini è in cucina
Il posto di chiunque è in cucina
E’ lì che c’è il cibo
Vogliamo pensare che la generalizzazione possa sparire, insieme a tutto ciò che crea pregiudizio e chiusura mentale. Che non veniamo definiti per una etichetta, e che non ci siano etichette che impediscano a chiunque di seguire le proprie passioni, desideri, gusti, bisogni, propensioni…la propria libertà!
Ci piace pensare che Chase Johnsey, primo uomo nella storia della danza classica ad aver debuttato nell’English National Ballet (corpo di ballo composto esclusivamente da ballerine), non sia un caso eclatante, ma la normalità in un mondo in cui uomini e donne possono decidere di seguire il loro talento, deliziandoci.
Che Tommaso Zorzi possa uscire con la sua amata borsetta a spalla senza dover rischiare l’arresto.
Che a Sanremo la cosa che più di tutte e piaciuta, a grandi e piccini, uomini e donne, sia stata Drusilla Foer, che in soli sei minuti di monologo ha mandato in cortocircuito chiunque consideri oltraggioso che un uomo vestito da donna si trovi sul palco dell’Ariston.
Che lo storytelling del “baby sitter” o del “mammo” o del “super papà” ceda e ridia onore ad una parolina molto più semplice: “papà”. Perché a tanti uomini piace proprio fare li papà, perché la paternità vuole i suoi diritti. E meno male che si è indignata la Ferragni, perché almeno se ne parla, di quanto sia screditante usare femminilizzazioni del ruolo paterno, in difesa del suo amato Fedez, si, ma anche perché questo crea stereotipi e pregiudizi anche sulle donne che lavorano. (A tal proposito, Fedez possiamo ricordarlo qui anche per il lancio della sua linea di smalti NooN By Fedez).
Vorremmo infine che a sconvolgerci fosse la guerra, e tutto ciò a cui stiamo assistendo esterrefatti in questi giorni, e non la notizia
che una modella, ex fascia di Miss Ucraina, laureata in marketing, sia uno dei personaggi più coinvolti nella resistenza ucraina contro la Russia, svestendo i panni da modella e imbracciando un mitra.
Perché le cose davvero belle lo sono sempre, senza genere, senza stereotipo, e senza pregiudizio!
Noi siamo per il bello!